Più che un omaggio è un’autobiografia per immagini di uno dei più geniali e amati artisti del cinema italiano, Mario Monicelli, quella che cinque registi, Mario Canale, Felice Farina, Mario Gianni, Wilma Labate e Annarosa Morri, hanno realizzato in MONICELLI – LA VERSIONE DI MARIO. Con i suoi film ha raccontato personaggi indimenticabili. In questo film Monicelli racconta se stesso. E la magia si ripete: l’energia, lo humor, la grande onestà, lo sguardo sulla società e sui caratteri, vengono restituiti dalla sua voce con la stessa felicità delle sue immagini.
Ora il film arriva a Roma in contemporanea in 8 sale, Martedì 4 giugno (con possibilità di repliche nei giorni successivi), grazie alla rassegna L’Italia si racconta promossa da Luce-Cinecittà e Anec Lazio, per portare i migliori documentari in sala. Lo stesso giorno al Cinema Alcazar alle 20.30, i cinque autori del film incontreranno il pubblico romano per raccontare il loro incontro con il grande Mario. Un’occasione per i suoi tanti appassionati di ritrovare la vita e i film di un semplice genio, che con i film ha raccontato la vita.
MONICELLI – La versione di Mario sarà proiettato nei cinema Adriano, Eden, Greenwich, Jolly, Lux, Politecnico Fandango e Trevi, e in 8 sale del Lazio.
Il documentario nasce dall’incontro di cinque persone che hanno conosciuto, ammirato e amato Mario Monicelli. Qualche anno fa Wilma Labate, Felice Farina e Mario Gianni decisero di passare una giornata con lui e di riprendere con le telecamere a mano non un’intervista ma una chiacchierata a ruota libera, per cercare di catturare quel suo sguardo sulla vita oltre che sul cinema, che è senz’altro un punto di riferimento prezioso e raro. Mario Canale e Annarosa Morri hanno incontrato Monicelli in vari momenti della sua carriera: dai set alle interviste sui più diversi argomenti, in situazioni pubbliche e private, raccogliendo testimonianze e ricordi spesso irriverenti ma sempre precisi e taglienti.
Da questi materiali, usati assieme al repertorio, con le cose più divertenti, buffe e tranchant di Monicelli uomo e cineasta, è nato il progetto di un ritratto complessivo, diviso in cinque capitoli:
“Mestiere”: la lunga avventura di Mario Monicelli che è sempre stato considerato dalla gente del cinema e dagli addetti ai lavori un “maestro”. Uno che possedeva il “mestiere”, una sorta di leggenda. Nel cinema aveva iniziato dal basso, come “ciakkista”, ricoprendo in seguito moltissimi ruoli fino a diventare aiuto regista, sceneggiatore e infine regista. 63 film belli, meno belli, successi, insuccessi ma tutti con un segno forte, una firma: un film di Mario Monicelli.
“Origini”: il racconto dell’adolescenza e della formazione viareggina di Monicelli, i primi esperimenti, gli amici, “il flaneur” del lungomare, le immagini del primo film “Pioggia d’estate “, la partenza per l’Africa e per il grande cinema e l’arrivo a Cinecittà.
“Confidenze”: in una breve intervista Martina Monicelli, la prima figlia, dichiara che il padre aveva grande stima delle donne; quando però non gli piacevano le chiamava “femmine”. Goffredo Fofi invece sostiene che Mario era in realtà un misogino, come tutti quelli della sua epoca. Ma “Speriamo che sia femmina” è un film culto e i tanti personaggi femminili del cinema di Monicelli sono sempre ricchi di spessore, raccontati con sguardo ruvido ma garbato. Se la protagonista di quel momento magico del cinema è stata l’amicizia tra uomini, ma tra gli sceneggiatori c’era una donna, una sola ma immensa, Suso, quale era la vera immagine della donna? E lui, Mario, le donne le amava o no?
“Ridere”: con “Totò cerca casa” di Monicelli e Steno, nasce probabilmente la commedia all’italiana e inizia anche il percorso di un autore–regista assolutamente originale, capace di stravolgere continuamente i canoni del genere. Prima con i film di Totò poi con i “Soliti ignoti“, in cui inserisce attori drammatici e dramma all’interno di un tessuto comico, fino agli esperimenti linguistici e allo stravolgimento dell’iconografia medioevale dell’Armata Brancaleone.
“Politica”: un omaggio alla contemporaneità di Monicelli, alla sua etica, alle sue convinzioni politiche. Un uomo che ha sempre avuto lo sguardo aperto sul mondo e che, anche nei suoi film considerati minori, non perdeva mai di vista il senso politico, sociale e ironico della vita. Un grande che ha sempre avuto la capacità di incidere sul presente tanto da diventare un simbolo anche per le generazioni più giovani.
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